ALAN E IL MARE: RACCONTARE L'INDICIBILE


L’immagine di Alan Kurdi, il bambino profugo siriano annegato a settembre 2015 sulla spiaggia di Bodrum, racchiude una storia quasi indicibile, ma allo stesso tempo impone l’urgenza di gridare il proprio sdegno. Proprio da questo paradosso nasce lo spettacolo prodotto dal CSS "Alan e il mare", di Giuliano Scarpinato: l’autore palermitano ha sentito infatti la necessità di verbalizzare il groviglio di emozioni nato da questa tragedia e allo stesso tempo ha cercato di realizzare il desiderio di restituire una vita al piccolo profugo che non ha avuto nemmeno il tempo di sognare. Difficile muoversi in uno spazio scenico di questo tipo, rimanendo leggeri senza essere superficiali, esprimendo dolore senza diventare retorici, donando un po’ di luce senza risultare illusi. Eppure la magia del teatro è riuscita a mantenere il perfetto equilibrio. Dall’alternarsi di immagini, video, danza e musica prende quindi forma la storia di Alan e la storia di tutti quelli che Alan rappresenta. Non viene infatti raccontata semplicemente la tragica avventura di un singolo piccolo uomo, ma si assiste al tentativo di dare un volto, una voce, una vita alle centinaia di persone che spesso diventano dei numeri nelle pagine dei giornali, perdendo il valore umano che racchiudono.

E così il punto di arrivo di questo viaggio diventa il punto di partenza per ogni spettatore: i ragazzi di 1°A, 1°B, 2°A, 3°A, che hanno assistito allo spettacolo il 16 marzo, hanno infatti lasciato il teatro San Giorgio con la spinta a cercare le domande, senza la presunzione di trovare le risposte assolute.

Alan e il mare: teatro 2018