Lettera della Dirigente


“L’altro, per l’Altro , ci siamo  NOI“

(Camilleri)

 

Carissimi studenti e studentesse,

stiamo vivendo un momento particolare “un imprevisto“ che ci costringe a cambiare le nostre abitudini, scombina i nostri piani, la nostra quotidianità.

In questi giorni la realtà è sotto sopra, il nostro più o meno tranquillo tran tran non esiste più, ma proprio questa sfida che la realtà non ci risparmia possa diventare il nostro alleato, costringendoci a guardare in profondità il nostro essere uomini.

Questo ci invita a prendere sul serio il nostro io e a ricambiare il nostro modo di vivere le giornate.

In questo momento il nostro nemico è la Paura.

Una paura che sempre avvertiamo e che tuttavia esplode quando la realtà mette a nudo la nostra essenziale impotenza, prendendo in molti casi il sopravvento e facendoci a volte reagire in modo scomposto.

Voglio con voi condividere alcune riflessioni, ritrovate qua e là in vari giornali di questi giorni (di medici, psicologi, scrittori, vescovi, sacerdoti) per aiutarci a vivere anche questa paura come un’occasione di crescita per tutti noi.

Siamo fragili, non vergogniamoci!!

Ognuno, senza distinzione, è chiamato in causa a cogliere meglio chi è.

La domanda che sorge in questo momento, più potente di qualsiasi altra, è: che cosa vince la paura?

Rispondiamoci con questa ulteriore domanda e risposta

Che cosa vince la paura in un bambino? La presenza della mamma.

Questo «metodo» vale per tutti.

Più di qualunque discorso rassicurante o ricetta morale, quello di cui abbiamo bisogno è dunque di intercettare persone di cui possiamo fidarci: affidiamoci allora alle persone che hanno elaborato le Indicazioni del Ministero della Salute, ai consigli dei vostri genitori, ai docenti che vi hanno raggiunto con i vari mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione e stanno lavorando con voi affinché questo TEMPO non sia un tempo perso, ma un tempo disteso per studiare per riflettere, per leggere libri, per ascoltar musica ecc.. per imparare a gestire il vostro tempo in modo nuovo.

Una occasione da non perdere!!

Le fondamenta di una società che si dice progredita appaiono ora incerte e siamo costretti a chiederci su cosa abbiamo costruito, in cosa abbiamo avuto fede e ,magari, come ricostruire un nuovo tessuto sociale.

Guardiamo ad altri che nella storia hanno vissuto e raccontato periodi storici di “peste”.

Così fece Giovanni Boccaccio con il Decameron, all’inizio del quale narra il disfacimento di Firenze, resa un cimitero dalla peste del 1348. Ci racconta come i ricercatori della cura contro la peste sono 10 giovani (7 ragazze e 3 ragazzi) che, dopo aver pregato in Santa Maria Novella, decidono di ritirarsi in campagna, ri-creando la vita che la peste ha distrutto, trascorrendo due settimane tra lavoro, meditazione e riposo.

Ci crediamo così progrediti che, quando sbeffeggiamo chi è retrogrado, usiamo l’aggettivo «medioevale». Ma forse se ci riscoprissimo eredi di un umanesimo che ha lasciato un «mondo» di bellezza, proprio perché sapeva che – divino e umano – sono entrambi necessari per fare il «mondo», apriremmo vie nuove contro la morte. L’Amuchina rende le mani pure, sterili, ma sterile è anche chi non crea e ricrea la vita: non può e non deve bastare per quello che le nostre mani possono ricevere, dare e fare.

Aspettandovi a scuola al vostro rientro per proseguire insieme il percorso formativo ed educativo iniziato a settembre vi saluto con affetto

La vostra Dirigente

Prof.ssa Maddalena Venzo